Migrating Objects. Arte dall’Africa, dall'Oceania e dalle Americhe

La mostra mette in luce un episodio meno conosciuto ma decisamente significativo del collezionismo di Peggy Guggenheim. Passata alla storia per aver sfidato le convenzioni come collezionista e mecenate, e da sempre celebrata per la sua collezione d’arte moderna europea e americana, nel corso degli anni ’50 e ’60 Peggy Guggenheim inizia a guardare oltre i confini dell’Europa e degli Stati Uniti interessandosi all’arte dell’Africa, dell’Oceania e delle culture indigene delle Americhe. In occasione della mostra Migrating Objects 35 opere di arte non occidentale vengono esposte per la prima volta insieme a Palazzo Venier dei Leoni rivelando un nucleo della collezione della mecenate raramente visibile al grande pubblico. Aspetto assolutamente inedito di questo originale percorso espositivo è la presentazione di questi oggetti in gruppi che privilegiano i contesti originari o, in alternativa, in dialogo con alcuni capolavori delle avanguardie europee in collezione di artisti che si appropriarono delle idee di tali culture extra-europee, tra cui Max Ernst, Alberto Giacometti, Henry Moore, Pablo Picasso. Questi due approcci divergenti permettono di gettare nuova luce sulle letture errate imposte dalla cultura occidentale rispetto a tali lavori.